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Il Teatro Traiano

IL TEATRO TRAIANO: UN PO’ DI STORIA

La forma originaria del teatro a ferro di cavallo era tipica dell'epoca, con un'ampia platea, quattro ordini di palchi ognuno dei quali ne conteneva a sua volta ventitré e un grande loggione che li dominava dall’alto.

Tre erano gli ingressi: il primo per accedere alla sala, il secondo per il botteghino e il terzo per accedere ad un punto ristoro.

Il Teatro Traiano era dotato di un magnifico sipario che sfortunatamente è andato perso nel dopoguerra. Il sipario era stato dipinto ad olio dal pittore anconetano Vincenzo Podesti, fratello del più noto Francesco Podesti, membro dell’Accademia di San Luca. Da quanto è stato possibile dedurre dall’unica foto rimasta, il sipario non si apriva con il sistema a doppia divisione che rientrava ai lati del palcoscenico, ma veniva probabilmente sollevato dal basso verso l’alto: era il classico sipario a ghigliottina o alla tedesca.

Dal punto di vista artistico invece, si rifaceva a quella tradizione della pittura storica che nel corso del XIX secolo voleva i sipari dei teatri descrittivi di particolari episodi legati alla storia della città alla quale appartenevano: il sipario del Teatro Traiano rappresentava infatti il sacrificio che, secondo la leggenda, l’imperatore Traiano aveva offerto a Nettuno durante la costruzione del porto di Centumcellae.

L’inaugurazione del Teatro Traiano avvenne nel maggio del 1844 con la prima dell’opera lirica di Donizetti Eustogia da Romano.

Il 14 maggio del 1943, la città di Civitavecchia fu bombardata dalle forze aeree americane. Il teatro fu distrutto quasi completamente; si salvarono solo la facciata e i locali adiacenti, mentre per il resto fu ricostruito in modo totalmente differente, con una piccola galleria ed una sala che poteva ospitare 1074 spettatori. Inaugurato nuovamente nel 1948, Il Teatro perse la sua originaria funzione e fu adibito anche a cinema, fino a che non fu chiuso per restauri nel 1978.

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